Quest'estate rovente sarà indimenticabile! L'aria greve si addensa su un popolo sofferente, incerto ed incupito dalle notizie sulla crisi. Sul ventennio, all'incirca, di Berlusconi, è meglio non discutere più, e speriamo di avergli detto addio, per sempre. Eppure, questa scomparsa non basta a ridarci fiducia.
Oggi in televisione è riapparso Massimo D'Alema. Il pensiero è andato alla politica della Sinistra, dagli anni novanta in poi. Una china di degrado. Il tradimento degli ideali. La questione morale, già posta da Enrico Berlinguer alla fine degli anni settanta, è una ferita purulenta ulcerata dal comportamento sguaiato di politici mediocri, fanfaroni, che hanno pensato alla loro “dolce vita”, con dissennate scelte demagogiche. I sindacati sono intanto diventati sportelli informativi per cialtroni, grazie al susseguirsi di un coacervo di sindacalisti scioperati che hanno sguazzato nella demagogia per il loro tornaconto, per poi scoprire all'improvviso la crisi, in nome della quale, oggi, blaterano contro il governo Monti, mentre fino ad un anno fa, colpevolmente, lasciavano fare ad un manipolo di rozzi individui, sedicenti uomini di governo.
Chi è oggi alle soglie dei sessant'anni, e non si è lasciato risucchiare il cervello dalla cultura dominante, ma si è fatto custode della memoria storica , non dimentica gli ideali della sinistra, di quei compagni che negli anni sessanta leggevano appassionatamente Marx e vagheggiavano un mondo più giusto. Intellettuali, operai, studenti, tutti insieme sorretti dalla voglia di costruire una società migliore. Ci si credeva davvero. E le città e i paesi erano fucine di progetti umani. La partecipazione alla vita politica chiedeva un progetto economico che garantisse la libertà nella giustizia, la conquista e la tutela dei diritti fondamentali dei cittadini, il rispetto della dignità della persona umana. Questi ideali alimentavano i sogni. Mai più manicomi, ghetti, discriminazioni. Di nessun genere. Ci si credeva davvero! O almeno quelli che partecipavano col cuore, quelli che credevano e credono che la felicità non conosce egoismo, ci credevano davvero e oggi soffrono del tradimento. E questa sofferenza è bruciante più ancora di quella diffusa dalle soffocanti notizie sulla crisi. Quando si vedono sfilare gli uomini e le donne della sinistra, ( ah, le attuali signore della Sinistra! Sempre agghindate ed intonate perfettamente, o abilmente truccate acqua e sapone!) penso al Sommo Poeta, Dante, al suo dolore e alla sua rabbia contro i “traditori di chi si fida”!
Quando, sul finire degli anni ottanta, Achille Occhetto smantellò il Partito Comunista con uno storico congresso grondante delle sue stesse lacrime dopo l'abbraccio di Pietro Ingrao, chissà se era consapevole che di fatto gettava la Sinistra nelle braccia del liberismo, o meglio che la spingeva ad abbracciare la causa del neoliberismo più sfrenato, con la scusa delle esigenze del mercato! Incominciò allora lo smantellamento dello Stato Sociale, connivente la stessa CGIL che, tra l'altro, con un nefasto e nefando Contratto di lavoro, nel 1995, spianò la strada alla scuola – azienda e a quelle riforme che l'hanno vilipesa.
Ma una lezione da questa Storia l'abbiamo appresa! Gli uomini non sono tutti uguali! Paradossalmente, proprio quelli che credono e lottano per l'uguaglianza e la dignità di tutti gli uomini non sono uguali. Costoro sono di Sinistra con il cuore. Nel modo di essere stesso di questi uomini vivono gli ideali di Sinistra, nella convinzione che la felicità è condivisione del benessere e che in una civiltà autentica non c'è bisogno dell'elemosina per garantirsi buona coscienza e Paradiso. Nell'album “Non al denaro, non all'amore né al cielo” di Fabrizio De André c'è una canzone emblematica per i traditori. Il testo racconta di un bambino che vuole diventare medico “per guarire i ciliegi, quando rossi di frutti li credeva feriti”. Ma, una volta cresciuto, quel bambino tradisce i suoi sogni, svendendo il suo amore per i sofferenti in nome di successo e denaro. Come quel bambino si sono comportati gli uomini e le donne della Sinistra, aiutati dalla superficialità di un popolo poco amante della Storia, e favoriti dalla diffusione di quella cultura “liquida" che ha bandito dal cuore umano Μνημοσύνη (Mnemosine) e le Muse sue figlie.
Certamente questa estate rovente finirà, trapassando nell'autunno, che oggi qualcuno auspica "caldo", riesumando una fraseologia vetero-comunista. È auspicabile un autunno "fresco", invece, di ideali rigenerati dai comportamenti civili, e da belle idee da realizzare per il bene comune. È auspicabile la nascita tempestiva di una nuova Sinistra che cancelli al più presto le facce blese e le voci strascicate, le alchimie linguistiche e le affettazioni rutilanti di una genia di traditori.
Oggi in televisione è riapparso Massimo D'Alema. Il pensiero è andato alla politica della Sinistra, dagli anni novanta in poi. Una china di degrado. Il tradimento degli ideali. La questione morale, già posta da Enrico Berlinguer alla fine degli anni settanta, è una ferita purulenta ulcerata dal comportamento sguaiato di politici mediocri, fanfaroni, che hanno pensato alla loro “dolce vita”, con dissennate scelte demagogiche. I sindacati sono intanto diventati sportelli informativi per cialtroni, grazie al susseguirsi di un coacervo di sindacalisti scioperati che hanno sguazzato nella demagogia per il loro tornaconto, per poi scoprire all'improvviso la crisi, in nome della quale, oggi, blaterano contro il governo Monti, mentre fino ad un anno fa, colpevolmente, lasciavano fare ad un manipolo di rozzi individui, sedicenti uomini di governo.
Chi è oggi alle soglie dei sessant'anni, e non si è lasciato risucchiare il cervello dalla cultura dominante, ma si è fatto custode della memoria storica , non dimentica gli ideali della sinistra, di quei compagni che negli anni sessanta leggevano appassionatamente Marx e vagheggiavano un mondo più giusto. Intellettuali, operai, studenti, tutti insieme sorretti dalla voglia di costruire una società migliore. Ci si credeva davvero. E le città e i paesi erano fucine di progetti umani. La partecipazione alla vita politica chiedeva un progetto economico che garantisse la libertà nella giustizia, la conquista e la tutela dei diritti fondamentali dei cittadini, il rispetto della dignità della persona umana. Questi ideali alimentavano i sogni. Mai più manicomi, ghetti, discriminazioni. Di nessun genere. Ci si credeva davvero! O almeno quelli che partecipavano col cuore, quelli che credevano e credono che la felicità non conosce egoismo, ci credevano davvero e oggi soffrono del tradimento. E questa sofferenza è bruciante più ancora di quella diffusa dalle soffocanti notizie sulla crisi. Quando si vedono sfilare gli uomini e le donne della sinistra, ( ah, le attuali signore della Sinistra! Sempre agghindate ed intonate perfettamente, o abilmente truccate acqua e sapone!) penso al Sommo Poeta, Dante, al suo dolore e alla sua rabbia contro i “traditori di chi si fida”!
Quando, sul finire degli anni ottanta, Achille Occhetto smantellò il Partito Comunista con uno storico congresso grondante delle sue stesse lacrime dopo l'abbraccio di Pietro Ingrao, chissà se era consapevole che di fatto gettava la Sinistra nelle braccia del liberismo, o meglio che la spingeva ad abbracciare la causa del neoliberismo più sfrenato, con la scusa delle esigenze del mercato! Incominciò allora lo smantellamento dello Stato Sociale, connivente la stessa CGIL che, tra l'altro, con un nefasto e nefando Contratto di lavoro, nel 1995, spianò la strada alla scuola – azienda e a quelle riforme che l'hanno vilipesa.
Ma una lezione da questa Storia l'abbiamo appresa! Gli uomini non sono tutti uguali! Paradossalmente, proprio quelli che credono e lottano per l'uguaglianza e la dignità di tutti gli uomini non sono uguali. Costoro sono di Sinistra con il cuore. Nel modo di essere stesso di questi uomini vivono gli ideali di Sinistra, nella convinzione che la felicità è condivisione del benessere e che in una civiltà autentica non c'è bisogno dell'elemosina per garantirsi buona coscienza e Paradiso. Nell'album “Non al denaro, non all'amore né al cielo” di Fabrizio De André c'è una canzone emblematica per i traditori. Il testo racconta di un bambino che vuole diventare medico “per guarire i ciliegi, quando rossi di frutti li credeva feriti”. Ma, una volta cresciuto, quel bambino tradisce i suoi sogni, svendendo il suo amore per i sofferenti in nome di successo e denaro. Come quel bambino si sono comportati gli uomini e le donne della Sinistra, aiutati dalla superficialità di un popolo poco amante della Storia, e favoriti dalla diffusione di quella cultura “liquida" che ha bandito dal cuore umano Μνημοσύνη (Mnemosine) e le Muse sue figlie.
Certamente questa estate rovente finirà, trapassando nell'autunno, che oggi qualcuno auspica "caldo", riesumando una fraseologia vetero-comunista. È auspicabile un autunno "fresco", invece, di ideali rigenerati dai comportamenti civili, e da belle idee da realizzare per il bene comune. È auspicabile la nascita tempestiva di una nuova Sinistra che cancelli al più presto le facce blese e le voci strascicate, le alchimie linguistiche e le affettazioni rutilanti di una genia di traditori.
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