domenica 18 maggio 2014

Doni

Quando si apre una vecchia scatola, dove si sono riposti oggetti inutili, ci sorprende la vita.
Un paio di orecchini di conchiglie raccontano un sole giovane, bizzarro giorno dei vent'anni spalancati sul futuro da inventare. Le tenui linee delle volute parlano delle mani gentili che per me li scelsero in dono, pensando al mare. Come l'accendino, elegante linea, un vezzo inutile, che non arde più se non nella forma svettante e levigata di lacca rossa come l'affetto raffinato di una nobile amica.

I bigliettini d'amore delle figlie bambine, arabescati di segni insicuri e di surreali disegni. 

E una rosa, secca ma non appassita, brunita ma tuttora rossa, come il sentimento che la protesse per non lasciarla sfiorire. Una rosa intatta. Racchiuse nel boccio il patire, confortato da un sogno segreto e da commossa speranza. È spuntata dalla scatola imprevedibilmente, dono ancora vivo per l'amore che lo accolse e vi si trasfuse.


Ho riposto gentilmente la rosa tra i bigliettini d'amore filiale, fitti di acerbe, verdi scritture insicure, tracciate da piccole mani tese alla mamma allora distratta. È stata, di certo, la forza innocente dell'inconsapevole amore la custodia della rossa rosa, e della purezza del dono. 


1 commento:

Anonimo ha detto...

Era ancora troppo giovane per sapere che la memoria del cuore elimina i brutti ricordi e magnifica quelli belli, e che grazie a tale artificio riusciamo a tollerare il passato.
Gabriel Garcia Marquez, L’amore ai tempi del colera
elena