giovedì 9 gennaio 2014

La perfetta solitudine di un misantropo contemplativo

La duna sabbiosa avvalla sulla riva deserta e incolore lambita dal vasto e sensuale scialbore del mare. In questo salmastro eremitaggio Serge, uno dei protagonisti del film Alceste à bicyclette (uscito in Italia col titolo Molière in bicicletta), si rifugia, ripetendo per l'ennesima volta una battuta della commedia Il Misantropo di Molière - ormai detestate l'umana natura… Sì per me è una spaventosa sciagura -.
In questa scena conclusiva, tuttavia, gli occhi ridenti e sereni di Serge, in contrasto con le parole desolate, dicono altro, dicono quello che suggerisce l'oceano dall'insondabile abisso, quell'oceano che nella sua interminata superficie ha accolto e confuso ogni definito colore. 

Questo mare ha, infatti, l'indefinibile colore del nulla e dell'eternità, il colore della perfetta solitudine

Il doppio linguaggio, delle labbra e dello sguardo, suggella, ma nello stesso tempo lo lascia aperto, il senso della storia sottintesa nei dialoghi del Misantropo, che Serge, ritiratosi ormai dalle scene, prova e riprova a recitare col suo amico Gauthier, attore ancora sotto le luci della ribalta, che gli ha proposto di portare in scena insieme a lui la celebre commedia di Molière.

Gauthier, infatti, annoiato dai cliché dell'ambiente dello spettacolo, aspira a un'aria nuova e fresca. Per questo va a stanare, nella piatta Île de Ré, vicino a La Rochelle, il vecchio amico e collega Serge. Serge vive in una vecchia casa selvaggia negli interni e negli esterni, un ambiente adatto ad accogliere una natura umana selvatica, che ha eletto la rude franchezza a sua unica regola di vita. 

Eppure, Serge è solleticato dalla proposta di Gauthier. Giocare il ruolo del misantropo Alceste  di certo gli offrirà l' opportunità di passare al vaglio la sua vita, o, per dire meglio, la vita.
Per Gauthier la rappresentazione della pièce è, invece, l' occasione di rinnovare la sua istrionica bravura. Perciò i due si contendono la parte del protagonista, giocandosela continuamente a testa o croce.

Il tema del doppio intrica lo svolgimento della storia. Serge e Gauthier sono contemporaneamente nella vita e sulla scena. Scena aperta e scena chiusa. La vita e il teatro.
La solitudine isolana aperta allo sconfinato oceano. La solitudine scenica chiusa dalla platea delle attese convenzionali.

Ma, mentre il teatro intrappola Gauthier nel ruolo di un Misantropo dubbioso, l'isola e l'oceano, simbolo ossimorico, liberano Serge alla solitudine spalancata sulla contemplazione. 


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