La duna sabbiosa avvalla sulla riva
deserta e incolore lambita dal vasto e sensuale scialbore del mare.
In questo salmastro eremitaggio Serge, uno dei protagonisti del film
Alceste à bicyclette (uscito in Italia col titolo
Molière in bicicletta), si rifugia, ripetendo per l'ennesima volta
una battuta della commedia Il Misantropo di Molière - ormai detestate l'umana natura… Sì per
me è una spaventosa sciagura -.
In questa scena conclusiva, tuttavia,
gli occhi ridenti e sereni di Serge, in contrasto con le parole
desolate, dicono altro, dicono quello che suggerisce l'oceano
dall'insondabile abisso, quell'oceano che nella sua interminata superficie ha
accolto e confuso ogni definito colore.
Questo mare ha, infatti,
l'indefinibile colore del nulla e dell'eternità, il colore della
perfetta solitudine.
Il doppio linguaggio, delle labbra e dello
sguardo, suggella, ma nello stesso tempo lo lascia aperto, il senso
della storia sottintesa nei dialoghi del Misantropo, che Serge,
ritiratosi ormai dalle scene, prova e riprova a recitare col suo
amico Gauthier, attore ancora sotto le luci della ribalta, che gli ha
proposto di portare in scena insieme a lui la celebre commedia di
Molière.
Gauthier, infatti, annoiato dai cliché dell'ambiente dello
spettacolo, aspira a un'aria
nuova e fresca. Per questo va a stanare, nella piatta Île
de Ré, vicino a La Rochelle, il vecchio amico e collega Serge. Serge
vive in una vecchia casa selvaggia negli interni e negli esterni, un
ambiente adatto ad accogliere una natura umana selvatica, che ha
eletto la rude franchezza a sua unica regola di vita.
Eppure, Serge è
solleticato dalla proposta di Gauthier. Giocare il ruolo del
misantropo Alceste di certo gli offrirà l' opportunità di passare
al vaglio la sua vita, o, per dire meglio, la vita.
Per Gauthier la
rappresentazione della pièce è, invece, l' occasione di rinnovare la sua istrionica bravura. Perciò i due si contendono la
parte del protagonista, giocandosela continuamente a testa o croce.
Il
tema del doppio intrica lo svolgimento della storia. Serge e Gauthier
sono contemporaneamente nella vita e sulla scena. Scena aperta e
scena chiusa. La vita e il teatro.
La
solitudine isolana aperta allo sconfinato oceano. La solitudine
scenica chiusa dalla platea delle attese convenzionali.
Ma,
mentre il teatro intrappola Gauthier nel ruolo di un Misantropo
dubbioso, l'isola e l'oceano, simbolo ossimorico, liberano Serge alla
solitudine spalancata sulla contemplazione.
Nessun commento:
Posta un commento