“Reagan, Reagan, vieni a pescare con noi ci manca il verme!”
Irridente e
multicolore il corteo della marcia per la pace scandiva allegro e convinto questo
slogan “maleducato” tanti anni fa, quando ancora, essendo l’Unione Sovietica contrapposta
agli USA, era accesa la Guerra Fredda e vigeva minacciosa la corsa agli
armamenti.
Era il 1981, entro qualche mese Michail Sergeevič Gorbačëv sarebbe salito sul
palcoscenico della Storia, la quale, in meno d’un decennio, avrebbe
scritto la pagina della caduta del Muro
di Berlino. Karol Woitila, ai primi anni del suo pontificato, aveva da poco
subito il grave attentato proprio mentre nella sua Polonia Lech Wałęsa trionfava
con Solidarność.
Allora, ero tornata da poco da un' odissea nel mare greco. E quel
giorno calzavo sandali francescani impolverati della sacra terra dell’acropoli.
Che tempi fervidi, indimenticabili! Mi beavo del vociare allegro e impavido di
quella marea di gente gioiosa mentre si cominciava il cammino festoso. La strada
da Perugia fino alla rocca di Assisi
sembrava un arcobaleno. Mi ricordo, come se fosse ora, di una bambina bionda in
carrozzina, avrà avuto tre anni sì e no, che reggeva il suo bel cartello con la
scritta “Anna vuole la pace”. Tutto ad a un tratto
mi accorsi di un assieparsi di gente nella folla del corteo, e vidi che nel
bel mezzo di quella moltitudine torreggiava un signore alto dagli occhi celesti
sfolgoranti, le spalle sfiorate da una chioma già candida. “Marco, Marco, Marco”,
scandivano intorno.
Ma sì, era proprio
lui, Il Marco nazionale, sempre out, e pronto a farsi carico delle cause
perdute dei perseguitati di ogni genere. Tirai fuori la mia Polaroid pronta a
scattare. Ma, mentre puntavo l’obiettivo, Pannella mi vide e, da dispettoso
quale era, si abbassò. Conservo ancora quell’istantanea. Lo si vede mentre si
china tra i palloncini celesti con impressa la scritta: Partito Radicale. Tuttavia, essendo troppo alto, pur chinatosi,
sovrastava tutti quelli che gli stavano
intorno, sicché, suo malgrado, lo
immortalai in quella storica giornata pacifista.
Non sono mai stata del Partito radicale e, a dire il vero, certe
manifestazioni istrioniche di quel gruppo e del suo leader mi infastidivano. Preferivo
allora il “circolo” intellettuale del Partito di Unità Proletaria per il Comunismo,
fiorito sotto l’egida dei magnetici
occhi di Lucio Magri, anche lui bianco chiomato.
Ora che sono trascorsi decenni, oggi che Giacinto Pannella,
in arte Marco, è morto, mi rendo conto della vocazione intrepida di un uomo che
sfidava la morale comune, e stava sempre coi peccatori innocenti.
In quel lontano settembre del 1981 ero una brunetta
riccioluta in marcia colorata verso Assisi. Oggi sono una vecchia signora dai
capelli argentei (mi si permetta l’aggettivo eufemistico), seduta a scrivere
che uno dei ricordi più belli della sua giovinezza è proprio questo: aver marciato in
una lontana Perugia – Assisi con un uomo alto, distinto, insigne per essersi
schierato sempre dalla parte degli sventurati.
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