giovedì 1 marzo 2012

"Luci" della "steppa"

Quando per lungo tempo guardi il cielo profondo, senza staccarne gli occhi, i pensieri e l'anima, chi sa perché, si fondono nella coscienza della solitudine. Cominci a sentirti irrimediabilmente solo, e tutto ciò che prima consideravi vicino e familiare diventa infinitamente lontano e privo di valore. Le stelle, che già da migliaia di anni guardano dal cielo, il cielo indecifrabile stesso e la foschia, indifferenti alla breve vita dell'uomo, quando resti a quattr'occhi con loro e cerchi di penetrarne il senso, opprimono l'anima col loro silenzio; ti viene in mente la solitudine che attende ciascuno di noi nella tomba, e l'essenza della vita ti appare disperata, orribile...” Anton Čechov, La Steppa.

Sul comodino ogni sera mi attende “La steppa”. Un lungo racconto da centellinare, se si vuole attraversare la steppa in compagnia di Egóruška, l'incantato viaggiatore protagonista, se si vuole sconfinare e bere il firmamento, sdraiati, da un carro trascorrente tra le ombre e i brusii della steppa.
Mi è occorso il caso, ieri sera, di soffermarmi, per poi fermarmelo nella mente e nel cuore, sul passo che ho trascritto sopra.

Stamane, poi, Marzo mi ha abbracciata.
Nitido il cielo definiva ogni cosa. Avresti potuto contare ad uno ad uno gli aghi del pino gorgheggiante. Le primule sorridevano ai garofani sulla scala d'oro.
La steppa era solo un sogno stellato, bellissimo, e conturbante. Ora trionfava il giardino del sole.

Ed ecco la notizia: Lucio Dalla è morto. È morto un amico.

Qualche mese fa un altro Lucio, ricercatore lucido ed appassionato di una terza via del comunismo, anch'egli emiliano, anch'egli amico mio, è morto, ma di sua volontà. Lucio Magri. non ha retto la solitudine del cielo, non è riuscito a parlare alla luna, a lasciarsi confortare dal suo manto nelle sere calanti sulla steppa.

Che strano! In questo luminoso primo giorno di Marzo risplendono gli ideali della mia giovinezza nella malinconia del saluto agli amici che hanno raggiunto Itaca.

Stasera, quando riaprirò le pagine che mi riportano al cielo sulla steppa mi farò accompagnare dalla voce di Lucio Dalla, che della luna era intimo confidente.

l'ultima luna
la vide solo un bimbo appena nato,
aveva occhi tondi e neri e fondi
e non piangeva
con grandi ali prese la luna tra le mani
e volo' via e volo' via
era l'uomo di domani
l'uomo di domani “
http://www.youtube.com/watch?v=7hFfF2Qy-FM

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